Cambiamenti: Uscire Dalla Gabbia Con Il Modello ABC

A chi non è capitato almeno una volta di sentirsi imprigionato in una situazione o in una relazione, senza trovare il modo per uscirne e di attuare dei cambiamenti che potrebbero farci sentire felici e realizzati?

Spesso costruiamo intorno a noi una gabbia, spendiamo tempo e risorse per renderla il più confortevole possibile, ma sentiamo che quello non è il posto dove vorremmo stare. 

Il paradosso è che, quasi sempre, la chiave per uscire l’abbiamo solo noi.

A questo proposito, vorrei raccontarti una vecchia storia…

Bisogna uccidere la vacca per attuare dei cambiamenti

“Un monaco in viaggio venne ospitato da una famiglia di contadini.

Ricevette del formaggio e un po’ di latte, ma provò disagio nel vedere che queste così brave persone erano davvero poverissime.

Allora il monaco chiese loro come facessero a vivere in quella capanna sperduta nel nulla praticamente senza alcuna risorsa.

La moglie del contadino rispose che avevano una vecchia vacca e che, vendendo ai vicini il latte che mungevano ogni mattina riuscivano a sopravvivere risparmiando i pochi soldi che guadagnati dalla vendita e mangiando un po’ di formaggio che preparato col siero.

La mattina seguente, prima di partire, il monaco disse al contadino di aver pensato tutta la notte a come sdebitarsi per l’ospitalità e concluse: “…vi dico di uccidere la vostra vacca subito”.

Il contadino e la moglie sbigottiti, scoppiarono a piangere.

Sapevano che ciò che dice un monaco è giusto e va fatto.

Con il cuore a pezzi, condussero la vacca al precipizio e la buttarono giù.

Molti anni dopo, un monaco lungo il suo cammino, arriva ad una lussuosissima tenuta, con una grande casa, allevamenti, frutteti, orti e un bellissimo laghetto dove nuotano tantissimi pesci.

Il monaco viene accolto calorosamente dai padroni di casa e gli viene offerto ogni ben di dio.

È sorpreso e felice che questi contadini siano così benestanti e chiede loro come abbiano fatto.

Il padrone di casa allora racconta che molti anni prima vivevano in una capanna e avevano solo una vacca per il loro sostentamento.

Un giorno la vacca cadde nel precipizio e morì. Allora lui e la moglie capirono che dovevano rimettersi in gioco, trovare un nuovo modo per vivere e così fecero.

Quando trovarono la forza di liberarsi della vecchia vacca che era la loro unica fonte di ricchezza, la loro vita fu infinitamente più prospera e felice.”

I cambiamenti fanno paura

Perchè ti ho raccontato questa storia?

Perchè spesso, siamo attaccati a situazioni (una relazione che non funziona, un lavoro che non ci gratifica, una facoltà universitaria che non ci soddisfa) che non ci fanno stare bene, anche per molto tempo.

Tuttavia, rimaniamo rinchiusi in queste situazioni, senza trovare il coraggio di uscirne.

Ciò accade perché, per quanto dannose, quelle situazioni sono conosciute.

I cambiamenti fanno paura, sacrificare qualcosa di conosciuto, anche se nocivo, per qualcosa di sconosciuto è difficile.

Inoltre, spesso col tempo arrediamo la nostra gabbia e ce la facciamo andare bene, ce ne lamentiamo, ma ci rimaniamo.

Ma perché il solo pensiero di fare cambiamenti fa così paura?

Fa paura essenzialmente perché temiamo di perdere il controllo della nostra vita.

La paura di ciò che non conosciamo

Innescare i cambiamenti potrebbe avviare un processo inarrestabile che potrebbe lasciarci in condizioni anche peggiori di quelle presenti.

Lascio questa persona! Ma se rimango da solo?

Mi licenzio! Ma se non trovo un lavoro migliore?

La paura dell’ignoto può essere più forte di un disagio attuale che è sì penoso, ma conosciuto.

Tuttavia, finché non uccidiamo la vacca magra non sapremo mai se abbiamo le risorse per ottenere quello che può farci stare meglio.

“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”

Thomas Jefferson

Ovviamente, il messaggio non è che dobbiamo scappare da ogni situazione complicata al primo problema.

Anzi, dobbiamo dare valore a ciò che abbiamo e impegnarci per adattarci anche alle situazioni difficili.

Però, ogni tanto è bene sollevare lo sguardo sopra la situazione in cui siamo immersi per capirla meglio.

E se capiamo che questa ci impedisce di stare bene come vorremmo, dobbiamo avere la forza di attuare dei cambiamenti.

Cosa può aiutarci ad attuare davvero questi cambiamenti che sembrano così spaventosi?

La necessità è quella di riprendere il controllo sulla nostra vita in quelle situazioni in cui lo abbiamo perso.

Quelle che lasciamo che si trascinino da sole e di fronte alle quali restiamo passivi, senza prendere una decisione.

Ma per riprendere il controllo su noi stessi dobbiamo prima riflettere su cosa guida davvero le nostre azioni e le nostre emozioni.

Su cosa dobbiamo lavorare per riprendere il controllo?

Il modello A-B-C sottolinea l’importanza delle credenze nel costruire quelle gabbie mentali che non ci permettono di valutare le situazioni nel modo migliori.

Il modello A-B-C

Rebt e stress

Antecedent (antecedenti ambientali) – Beliefs (credenze) – Consequences (conseguenze emozionali)

Quando, in seguito a un evento (antecedente ambientale), proviamo una certa emozione (conseguenze emozionali), tendiamo a considerarla come derivata direttamente dall’evento.

Sono arrabbiato (conseguenza emotiva) perché mi ha detto una bugia (antecedente ambientale).

Per questo motivo siamo portati ad agire in due modi:

– agire sull’antecedente ambientale, cercando di modificarlo, per eliminare le conseguenze emotive;

– lavorare sulle conseguenze emotive negandole o cercando di distrarci.

Questi non sono i modi più efficaci di agire.

Il motivo è che quello tra antecedente e conseguenze emotive non è un rapporto diretto.

Il percorso prevede una tappa intermedia: le credenze.

Le credenze sono le lenti attraverso cui osserviamo il mondo.

Influenzano ciò che vediamo o non vediamo e come lo valutiamo.

Le credenze fondamentali di ognuno, che siano sacre o profane, finiscono per definire la nostra realtà.

Le credenze, quali i valori, le convinzioni, gli atteggiamenti, i pregiudizi ecc. si uniscono, creando un sistema.

Questo sistema di credenze genera le premesse per l’attivazione delle nostre risposte emozionali, delle nostre decisioni e delle nostre azioni.

Una credenza, di solito, non è di per sé buona o cattiva.

Tuttavia, a seconda delle situazioni, essa può agire a favore o a sfavore del nostro adattamento alla situazione stessa.

Purtroppo, o per fortuna, abbiamo scarsa consapevolezza delle tante credenze che hanno una così forte influenza su di noi.

Anche per questo è così difficile eliminare il filtro delle credenze nella valutazione di una situazione.

Spesso quindi consideriamo le nostre emozioni come dovute all’evento esterno, mentre esse dipendono principalmente dalle nostre credenze.

Per tornare all’esempio: probabilmente non sarò arrabbiato per la bugia in sé.

È più probabile che lo sarò per il significato che do al fatto che quella persona mi abbia mentito.

Credenze e cambiamenti

Perché la bugia rappresenta un tradimento della fiducia, mette in dubbio delle mie certezze, mi fa sentire disorientato e mi fa rimettere in discussione un’affidabilità di cui ero sicuro.

Ora, tornando alla nostra gabbia, le nostre credenze possono impedirci di avviare i cambiamenti di cui avremmo bisogno.

Per esempio, possiamo avere aspettative irrealistiche:

Devo essere apprezzato da tutti.

Possiamo avere una tendenza a colpevolizzarci:

Sarà sicuramente colpa mia.

Possiamo avere un evitamento difensivo:

Non me ne occupo tanto non cambierà mai.

Possiamo rifiutare il problema:

Non c’è problema o se c’è non posso farci niente, dipende da altri.

Possiamo avere una bassa autostima:

Se solo fossi in un altro modo potrei farlo.

E così via.

Queste sono tutte credenze che si sviluppano con noi, in base alla nostra storia, alle nostre esperienze, alla nostra cultura, alla nostra educazione.

Sono parte di noi, ma non giocano sempre a nostro favore.

Possiamo cercare di capire quali sono quelle credenze, quei bisogni e quelle paure che ci stanno impedendo di attuare dei cambiamenti nella situazione penosa.

Dunque, la chiave è riuscire a mettere in discussione le credenze che, in quella situazione, non risultano adattive.

Questo darà alla persona il potere rivalutare la situazione, riprendere il controllo e aprire la gabbia.

“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”

Winston Churchill

Ti ringrazio per aver letto l’articolo, se ti è piaciuto, per ripagarmi delle ore passate a scrivere, ti basta fare mettere un like o condividere l’articolo (sempre che tu non l’abbia già fatto).

Io non potrò che esserti GRATO ed essere felice che tu abbia apprezzato l’articolo.

A presto.

Matte Hauora

Matteo Costa, dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche e laureando in Psicologia. La mia ambizione è quella di imparare e condividere la maggior quantità possibile di informazioni, esperienze e pensieri su tutto ciò che può aiutare a migliorare la salute delle persone, delle famiglie e delle comunità, in modo da incrementare la qualità di vita di chi condivide con me questo interesse.

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marie seraphine

3 anni ago

GRAZIE MILLE .SONO IO CHE POSSO CAMBIARE IL MIO STATO D’ANIMA.TUTTO DIPENDE DI ME E DELLE MIE CREDENZE.

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