La psicologia può esserci di grande aiuto nell’affrontare le preoccupazioni quotidiane e oggi vedremo come.
Viviamo in tempi incerti e difficili e le preoccupazioni sono all’ordine del giorno. Se c’è una cosa che abbiamo in comune come esseri umani in questo momento, è che tutti lottiamo per far fronte all’incertezza.
Spesso quando quando temiamo di non avere il controllo sull’incertezza ci preoccupiamo. Questa preoccupazione ci da un falso senso di controllo, crediamo che se ci preoccupiamo, saremo in qualche modo meglio “preparati” a gestire la situazione.
Come affrontare le preoccupazioni: perché preoccuparsi non è utile
Facciamo un esperimento:
Prova a ricordare l’ultima volta che preoccuparti ti è stato utile…
Fatto? Bene, molto probabilmente se anche ti fosse venuto in mente qualcosa sarà un caso più unico che raro. Preoccuparci nel quotidiano non ci aiuta, alimenta solo la nostra sofferenza.
Se hai letto l’articolo sullo stoicismo per affrontare i momenti difficili ricorderai la metafora buddista delle due frecce.
“Meditatori, sia l’uomo ignorante che l’uomo saggio che percorre il sentiero percepiscono sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Ma qual è la differenza tra i due, ciò che li caratterizza?
Facciamo l’esempio di una persona che, trafitta da una freccia, ne riceva una seconda, sentendo quindi il dolore di entrambe le ferite. Ecco, la stessa cosa accade quando un ignorante, che non conosce l’insegnamento, viene a contatto con una sensazione spiacevole e – come reazione – si preoccupa, si agita, piange, grida, si batte sul petto, perde il senso della realtà. Quindi egli fa esperienza di due dolori: quello fisico e quello mentale. Gravato dalla sensazione spiacevole, reagisce con avversione e, con questo atteggiamento, inizia a creare in sé un condizionamento di avversione…Invece l’uomo saggio, che percorre la via della verità, quando prova una sensazione spiacevole, non si preoccupa, non si agita, non piange, non urla, non si batte il petto, non perde il senso della realtà.
È come chi venga trafitto da una sola freccia e non da due, percependo solo un tipo di sensazione spiacevole, quella fisica e non quella mentale. Colpito così da questa sensazione, non reagisce con avversione, e così non si forma in lui un condizionamento all’avversione.”
Preoccuparsi è come essere colpiti da una seconda freccia, la prima è la situazione reale, la seconda freccia è la preoccupazione che rende la situazione ancora più difficile da sopportare.
Come affrontare le preoccupazioni quotidiane con un esercizio di 5 minuti
L’esercizio di oggi è piuttosto semplice, se ricordi l’articolo sulla REBT probabilmente non ti sarà del tutto nuovo.
In questo esercizio vedremo come affrontare le preoccupazioni quotidiane in 5 minuti. Possiamo svolgerlo suddividendolo in 7 step. Ti consiglio di eseguirlo per iscritto, almeno per i primi tempi.
Come affrontare le preoccupazioni: 1. Identificare il trigger o la situazione
Qual è il pensiero o la situazione che sta ti sta causando preoccupazione? Uno dei colpevoli più comuni delle preoccupazioni è il famigerato “Cosa succederebbe se?”.
Cosa succederebbe se mi ammalassi? E se qualcuno nella mia famiglia si ammalasse? Se perdessi il lavoro? E se fallissi?
Identifica quale pensiero è alla base della tua preoccupazione.
2. Valuta l’intensità della tua preoccupazione
Una volta identificato il pensiero, valuta l’intensità della tua preoccupazione da 1 a 100.
3. Annota pensieri e immagini associati alla preoccupazione
Spesso le persone che si preoccupano maggiormente hanno un’immaginazione molto attiva e tendono non solo a visualizzare lo scenario peggiore, ma anche ad attivare vere e proprie reazioni fisiologiche.
Prenditi qualche minuto per annotare ciò che temi potrebbe accadere, quale evento si verificherà? Quali saranno le tue reazioni emotive? Che cosa penserai? Come reagirai? Come reagiranno le altre persone e cosa diranno?
4. Esamina le prove a supporto della tua preoccupazione
A questo punto cerca di esaminare nel modo più razionale possibile quali prove concrete e quali probabilità ci sono che il tuo pensiero preoccupante si concretizzi.
Questo ti aiuterà a capire quanto è realistica la tua preoccupazione.
5. Esaminare le prove contrarie alla tua preoccupazione
Ora un po’ come fossi un investigatore esamina le prove che mostrano che la tua preoccupazione non è razionale. Chiediti:
Questa preoccupazione si è mai realizzata prima? Quante volte? Quanto è realisticamente probabile che avvenga lo scenario che mi preoccupa?
Potresti stimare la probabilità da 1 a 100 che si verifichi realmente lo scenario che ti preoccupa.
Mi raccomando, da buon detective, in questa fase è importante cercare i fatti e tralasciare le tue interpretazioni.
6. Individua un pensiero più realistico ed equilibrato
Ora cerca di sostituire lo scenario preoccupante con uno più realistico e probabile, pensa a tutte le volte che si è verificato uno scenario positivo o comunque meno negativo di quello che ti preoccupava.
Come lo hai affrontato? È stato poi così catastrofico come pensavi? Quanto è invece probabile da 1 a 100 che accada qualcosa di positivo o comunque uno scenario che sei in grado di affrontare?
Per aiutarti pensa a cosa diresti a un amico o una persona cara che ha la stessa preoccupazione.
7. Rivalutare l’intensità di ansia e preoccupazione
Per terminare l’esercizio valuta quanto l’intensità dell’ansia e della preoccupazione si sono ridotte. Se non senti immediatamente una particolare riduzione non preoccuparti, non devi giudicarti negativamente.
Lo scopo dell’esercizio è quello di renderti consapevole dei tuoi pensieri automatici in modo da poterli mettere in discussione.
Eseguendo questo esercizio ogni volta che sei sei preoccupato o hai dei pensieri negativi, piano piano imparerai a non considerarli automaticamente come una realtà e a metterli in discussione con maggiore razionalità.
Inizialmente per alcune persone può risultare difficile trovare delle alternative più realistiche, in questo caso potresti chiedere a una persona cara di aiutarti, in modo da avere una prospettiva differente della situazione.
Bene per oggi è tutto se vuoi sapere come puoi avvicinarti alla meditazione e come prenderti cura del tuo benessere in questo particolare momento scarica l’ebook gratuito.
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Un saluto, a presto!
Andrea
Fonti:



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.