Il conflitto nasce da una percezione di incompatibilità di obiettivi. In un conflitto ciò che vuole una parte viene considerato lesivo degli interessi dell’altra parte.
I conflitti possono rappresentare un incidente di percorso che può portare al declino e alla fine di una relazione, oppure possono essere una risorsa che può far crescere la relazione. Come vedremo a breve, se il conflitto rappresenterà una risorsa o un incidente, dipenderà da come verrà gestito e dalle sue conclusioni.
Un conflitto può essere di differenti tipologie:
– Interpersonale: Con un’altra persona.
– Intrapersonale: Interno alla persona.
– Esterno: Quando si è mediatori in un conflitto fra 2 parti.
– Organizzativo: Relativo alle organizzazioni e ai gruppi di lavoro.
Al di la di questa semplice classificazione ciò su cui vorrei soffermarmi è il conflitto interpersonale.
Rabbia e conflitto
La rabbia è un emozione fondamentale in tutte le teorie sull’emozioni.
Si tratta di una delle emozioni più precoci, osservabile anche in bambini di pochi mesi. Le motivazioni per il quale ci arrabbiamo sono molteplici. Possiamo riassumerle in 2 cause prototipiche:
– Presenza di un ostacolo al soddisfacimento dei propri bisogni.
– Presenza o minaccia di un danno.
Le persone con cui ci arrabbiamo di più spesso sono le persone più vicine a noi. Questo accade per varie ragioni, vicinanza, paura dell’abbandono, confidenza e più di tutto forse il fatto che ci aspettiamo sempre comprensione e considerazione dei nostri bisogni da esse.
Perché vi sto parlando della rabbia? Perché molto spesso la rabbia è alla base dei conflitti e non ci permette di affrontarli in modo costruttivo con la lucidità giusta.
Conflitto come danno o risorsa?
Capita spesso di vivere i conflitti come qualcosa di negativo, tuttavia il conflitto, se gestito in modo adeguato, può essere una grande risorsa.
Infatti qualsiasi relazione sana tra persone affronta dei conflitti nel suo corso. Pensare ai conflitti come a incidenti di percorso è un errore. I conflitti non sono altro che fasi della relazione, che ci danno la possibilità di rinegoziarla e di ripartire con un nuovo equilibrio.
Il conflitto ci permette di guardare noi stessi e l’altro da un nuovo punto di visto e questo può arricchire la relazione o se mal gestito portarla verso un inevitabile declino.
La chiave per affrontare al meglio il conflitto è comprendere i bisogni di entrambe le parti.
I conflitti solitamente seguono un andamento progressivo, in cui si passa da argomentazioni più o meno razionali a giudizi sulla persona mirati esclusivamente a ferirla.
Questa grafica riassume la tipica progressione del conflitto:
Consigli per gestire il conflitto
1. Per prima cosa può essere una buona idea prendere le giuste distanze dal conflitto. In questo modo è possibile osservarlo dalla distanza adeguata evitando inutili reazioni istintive di rabbia. La rabbia infatti può provocare l’escalation del conflitto prima descritta.
2. Ascoltate l’altra persona. Cercare di capire i suoi bisogni senza giudicarli. Non è facile ascoltare quando siamo in preda alla rabbia, per questo è importante prima prendere le giuste distanze.
3. Mettetevi nei panni dell’altra persona, di nuovo senza giudicare. Smettete di osservare il conflitto riducendolo a una questione di giustizia o ingiustizia nei vostri confronti. Esplorate le vostre emozioni e cercate di capire quelle dell’altra persona. Lo scopo è vedere la situazione con lucidità e comprendere che l’altra persona non ostacola i vostri bisogni perché è “cattiva”, ma perché a sua volta ha bisogni che sente ostacolati.
4. Quando comunicate i vostri sentimenti parlate in prima persona di voi stessi non dell’altro.
Non accusate l’altra persone ma comunicate come vi ha fatto sentire il suo comportamento…non l’altra persona in se ma il comportamento che ha tenuto.
Es:
A: Il tuo comportamento mi ha fatto sentire svalutato. (Giusto)
State parlando di come vi sentite, non state giudicando l’altro in modo assoluto, ma state esprimendo cosa avete provato a seguito di un suo comportamento.
B: Tu sei arrogante!!! (Sbagliato)
Qui state giudicando la persona in modo assoluto e questo viene vissuto dall’altro come un attacco, non lo spingerete a guardare al suo comportamento come qualcosa che può aver provocato determinate reazione in voi. Non è produttivo per una risoluzione win-win del conflitto.
Possibili conclusioni
Il conflitto può risolversi fondamentalmente in 2 modi:
– Win – Lose: Uno dei due subisce la volontà dell’altro, una parte quindi è passiva e l’altra aggressiva. A lungo termine non è una conclusione efficace poiché fa crescere stress e malcontenti.
– Win – Win: Entrambe le parti comprendono i sentimenti e i bisogni dell’altro, si trova una soluzione condivisa. La relazione si rinnova ed entrambe le parti vincono.
Ovviamente la seconda è la conclusione che vorremmo sempre augurarci.
Certo non è sempre facile mettere da parte l’orgoglio e cercare di capire fino in fondo l’altra persona durante un conflitto al fine di trovare una soluzione condivisa.
Tuttavia nella maggior parte dei casi l’orgoglio non è altro che un ostacolo nelle relazioni, quindi è importante imparare a metterlo da parte quando serve.
“L’orgoglio è la virtù dell’infelice.”
Francois-Renè De Chateaubrian
Un saluto. A presto!!



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.