Che cosa voglio dalla vita? Tutti ci poniamo questa domanda numerose volte nell’arco della nostra esistenza.
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Spesso siamo proprio noi, più o meno consciamente, a metterci dei paletti che ci impediscono di capire ciò che vogliamo davvero dalla nostra vita.
Ecco 3 meccanismi che ci impediscono di costruire una vita appagante e di capire cosa vogliamo.
1. Cosa voglio dalla vita? Se un obiettivo ci appare troppo difficile da raggiungere potremmo minimizzarne l’importanza.
Se un obiettivo ci appare troppo difficili e riteniamo che richieda troppe risorse o abilità che non possediamo, potremmo finire per mentire a noi stessi dicendoci che infondo non è così importante.
Questo è ancora più vero se abbiamo già provato a realizzare un obiettivo e abbiamo fallito.
Potrebbe sembrare più sicuro dire che queste cose non ci interessano davvero e che è più semplice restare nella nostra zona di comfort, piuttosto che desiderare qualcosa che ci appare troppo difficile da raggiungere.
Ma perché alcune persone finiscono per mentire a se stesse minimizzando i propri obiettivi?
Ci sono moltissime ragioni, tratti di personalità, motivazione, paura di uscire dalla zona di comfort.
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Spesso a fare la differenza è la capacità di tollerare i fallimenti. Molte persone sono convinte che fallire significhi non avere le capacità di raggiungere un determinato traguardo.
Al contrario le persone che considerano i fallimenti come parte del loro percorso sono più motivate a raggiungere ciò che vogliono davvero, indipendentemente da quanto tempo e quanti tentativi richieda.
In sintesi le ricerche suggeriscono che ritenere di essere in grado di raggiungere un obiettivo può stimolare la nostra motivazione. Al contrario, se non ci sentiamo sicuri, potremmo arrivare a credere che sia meno importante di quanto lo sia in realtà.
2. Una volta presa una decisione, potremmo razionalizzare lo status quo.
Tendiamo a razionalizzare lo status quo. Questo meccanismo ci permette di vedere il lato positivo delle situazioni e trarre il meglio da esse, tuttavia può rivelarsi deleterio.
Tante persone finiscono per intraprendere strade che non sentono proprie, magari a causa di pressioni sociali e familiari.
Ma presto o tardi arriva un giorno in cui iniziamo a renderci conto che la strada che stiamo seguendo non è la nostra, ma a questo punto uscire dallo status quo che abbiamo creato in anni di studio o di lavoro, può apparirci quasi impossibile.
Ed ecco che razionalizziamo lo status quo, dicendoci che infondo le cose non vanno poi così male e magari siamo pure fortunati.
In situazioni veramente irreversibili, questo meccanismo di difesa può essere adattivo, ci permette di guardare il lato positivo e trarre il meglio dalla situazione.
Tuttavia a volte ci rassegniamo alla nostra realtà attuale quando non dobbiamo e possiamo cambiarla. Questa rassegnazione e razionalizzazione inibisce la nostra motivazione e ci impedisce di capire che cosa vogliamo davvero e di agire di conseguenza.
Potremmo finire per tollerare condizioni sociali ingiuste considerandole inevitabili, oppure potremmo rimanere in un lavoro o in una relazione insoddisfacente perché ci siamo convinti che non sia poi così male o che potrebbe andare peggio.
3. Quando la nostra libertà è soggetta a restrizioni, potremmo desiderare qualcosa che non possiamo avere, ma solo perché non possiamo averlo.
Al contrario del meccanismo di razionalizzazione, le restrizioni percepite alla nostra libertà possono talvolta innescare la reazione opposta.
Di certo non è la prima volta che sentirai dire che le cose proibite hanno un particolare fascino, infatti secondo la teoria della reattanza, desideriamo di più le cose quando non possiamo averle.
Il problema è che una volta ottenute potremmo renderci conto che in fin dei conti non le volevamo davvero. Anche questo meccanismo può farci incappare in importanti errori di valutazione, facendoci perdere tempo e impedendoci di capire cosa davvero è importante per noi.
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Un saluto, a presto!
Andrea
Fonti:



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.