Le ricerche ci mostrano che a seguito di eventi stressanti, ma anche traumi significativi, può verificarsi un processo chiamato crescita post-traumatica, una crescita positiva che spinge le persone a vedere in modo nuovo le propria vita e le proprie relazioni.
Questo è stato un anno pieno di sfide, stress e traumi. Abbiamo dovuto sopportare separazioni, perdite e numerose altre avversità e purtroppo la tempesta non è ancora finita.
Molte persone hanno sviluppato sintomatologie di carattere ansioso, depressivo o tipiche dei disturbi da stress post-traumatico.
Tanti si domandano come andranno le cose nei prossimi anni, se riusciremo a voltare pagina e a lasciarci alle spalle questo momento difficile senza portarci dietro traumi o problematiche psicologiche. Proviamo insieme a dare una risposta a questa domanda.
La crescita post-traumatica
“In un certo senso la sofferenza cessa di essere sofferenza nel momento in cui trova un significato”.
Viktor Frankl
Conosci il kintsugi? Si tratta dell’arte giapponese di riparare ceramiche incrinate. Piuttosto che nascondere le crepe, la tecnica consiste nel ricongiungere i pezzi rotti con lacca mescolata con polvere di oro, argento o platino. Quando l’oggetto viene rimontato, sembra ancora più bello di prima anche se sono ben visibili la sua storia e le lesioni che ha subito.
Le ricerche ci mostrano un dato molto interessante. La maggior parte di coloro che subiscono forti stress o traumi, indipendentemente dalla gravità, non solo mostra un’incredibile capacità di recupero, ma dopo poco tempo riferisce addirittura una sorta di crescita personale.
Infatti solo una piccola parte di chi subisce un trauma sviluppa il cosiddetto disturbo da stress post-traumatico. La maggior parte delle persone sperimenta quel fenomeno che è stato definito come “crescita post-traumatica”.
Queste persone riferiscono di apprezzare di più la propria vita, le proprie relazioni, di essere più compassionevoli, più creativi e di aver scoperto nuovi significati.
Questa crescita avviene in modo inaspettato con il tentativo di dare un senso a ciò che è accaduto. Nella maggior parte dei casi non è un processo semplice, è necessario riuscire a rielaborare il proprio vissuto e trovare un significato alla sofferenza, affrontando e tollerando le proprie emozioni negative.
Il mindset nella crescita post-traumatica
Alcune ricerche hanno confermato che non sia tanto lo stress o il trauma in sé ad essere negativo dal punto di vista psicologico, quanto piuttosto il “mindset” con cui lo viviamo.
Ti consiglio di leggere l’articolo sullo stress e il midset per approfondire.
Il nostro atteggiamento mentale (mindset) comprende tutte quelle convinzioni e disposizioni verso un oggetto che danno forma al nostro modo di pensare e di interpretare la realtà. Tutto ciò si riflette sul modo in cui ci sentiamo e ci comportiamo.
Dopo tutto noi costruiamo la nostra realtà in base alle nostre convinzioni e ai nostri schemi di interpretazione del mondo. Se nella nostra realtà lo stress e i traumi sono elementi esclusivamente negativi, che piano piano finiranno per logorarci, molto probabilmente le cose andranno proprio in questo modo.
Iniziando a considerare lo stress e gli eventi traumatici come crepe, che riparate con la giusta cura, possono rendere la nostra vita ancora più preziosa, costruiremo una realtà in cui siamo più resilienti e capaci di utilizzare i momenti difficili come occasioni di crescita.
Un mindset che considera lo stress come elemento nocivo è caratterizzato da queste convinzioni:
– Sperimentare stress è nocivo per la mia salute.
– Lo stress peggiora le mie prestazioni e la mia produttività.
– Sperimentare lo stress inibisce il mio apprendimento e la mia crescita.
– Gli effetti dello stress sono negativi e andrebbero evitati.
Al contrario un mindset che considera lo stress come risorsa è caratterizzato dalle seguenti convinzioni:
– Sperimentare lo stress aumenta le mie prestazioni e la mia produttività.
– Lo stress migliora la mia salute e la mia vitalità.
– Sperimentare lo stress favorisce il mio apprendimento e la mia crescita.
– Gli effetti dello stress sono positivi e andrebbero sfruttati.
Le ricerche di Kelly McGonigal hanno confermato che anche solo riuscire a cambiare il nostro mindset verso i traumi e gli stress, può annullarne gli effetti negativi e trasformarli in una risorsa.
La scrittura per consolidare la crescita
La terapeuta, autrice e docente Rokelle Lerner consiglia di utilizzare la scrittura di storie come strategia esperienziale per identificare, chiarire e consolidare la crescita post-traumatica. Scrivere permette di riorganizzare e rielaborare idee e pensieri.
Ogni volta che mettiamo per iscritto gli eventi della nostra vita, scopriamo nuovi significati e modifichiamo pensieri ed emozioni associate a quegli eventi.
Ti consiglio di leggere l’articolo sulla scrittura espressiva per approfondire questo argomento.
Per rispondere alla domanda iniziale…la crescita post-traumatica è un processo normale che si verifica nella maggior parte dei casi ed è possibile per tutti. Perciò non solo potremo uscire da questo periodo senza portarci dietro conseguenze negative per il nostro benessere psicologico, ma potremmo uscirne migliori, più resilienti, più creativi e più compassionevoli.
Ma…si esatto c’è un ma…tutto questo solo se riusciremo a lavorare su noi stessi, a rielaborare le avversità e a dare un significato alla sofferenza.
Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.
Haruki Murakami
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Un saluto, a presto!
Andrea



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.