Su Hauora abbiamo già parlato di stoicismo, una filosofia antica, ma estremamente pratica e attuale che può aiutarci nei momenti difficili.
Più di 1800 anni fa un imperatore, Marco Aurelio, si trovò ad affrontare una situazione peggiore di quella odierna. Infatti intorno al 165 l’impero romano fu colpito da una devastante peste che causò più di 2000 morti al giorno.
Ovviamente Marco Aurelio non disponeva delle conoscenze mediche odierne, perciò era totalmente impotente di fronte a questa orribile pestilenza. L’unica consolazione che gli permise di affrontare quel momento terribile fu proprio lo stoicismo.
Perché lo stoicismo può aiutarci nei momenti difficili
“Dobbiamo imparare a essere indifferenti a cose che non possiamo comunque controllare. “Perché è così difficile quando le cose ti vanno contro? Se è imposto dalla natura, accettalo volentieri e smetti di combatterlo. “
Marco Aurelio
A volte siamo semplicemente in balia di eventi che accadono, più grandi di noi, su cui non abbiamo alcun controllo, questa pandemia ne è un esempio. Certo è stato possibile fare del nostro meglio per limitare il diffondersi dei contagi, tuttavia è piombata nelle nostre vite a ciel sereno, senza che potessimo farci nulla.
Esistono dunque gli eventi e la nostra interpretazione di essi. Se non possiamo controllare gli eventi non ci resta che agire sulla nostra interpretazione di essi.
Dobbiamo considerare che quando percepiamo una situazione come stressante, ciò dipende solo in piccola parte dalla situazione e in gran parte da come la interpretiamo.
Non a caso molte scuole di psicoterapia basano il proprio agire terapeutico sul ristrutturare le interpretazioni del cliente, ne è un esempio la REBT di cui abbiamo parlato in un articolo precedente.
Il nucleo dello stoicismo è proprio quello di imparare ad accettare il mondo e le cose fuori dal nostro controllo così come sono, senza rimuginare, senza interpretazioni che ci provochino ancor più sofferenza.
«Sii come il promontorio contro cui si infrangono incessantemente i flutti: resta immobile e intorno ad esso si placa il ribollire delle acque. «Me sventurato, mi è capitato questo». Niente affatto! Semmai: «Me fortunato, perché anche se mi è capitato questo resisto senza provar dolore, senza farmi spezzare dal presente e senza temere il futuro». Infatti una cosa simile sarebbe potuta accadere a tutti, ma non tutti avrebbero saputo resistere senza cedere al dolore. Allora perché vedere in quello una sfortuna anziché in questo una fortuna?»
Marco Aurelio
Le due frecce
Il principio dell’accettazione lo ritroviamo anche nel buddismo, proprio il Budda infatti disse:
“Meditatori, sia l’uomo ignorante che l’uomo saggio che percorre il sentiero percepiscono sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Ma qual’è la differenza tra i due, ciò che li caratterizza?
Facciamo l’esempio di una persona che, trafitta da una freccia, ne riceva una seconda, sentendo quindi il dolore di entrambe le ferite. Ecco, la stessa cosa accade quando un ignorante, che non conosce l’insegnamento, viene a contatto con una sensazione spiacevole e – come reazione – si preoccupa, si agita, piange, grida, si batte sul petto, perde il senso della realtà. Quindi egli fa esperienza di due dolori: quello fisico e quello mentale. Gravato dalla sensazione spiacevole, reagisce con avversione e, con questo atteggiamento, inizia a creare in sé un condizionamento di avversione…Invece l’uomo saggio, che percorre la via della verità, quando prova una sensazione spiacevole, non si preoccupa, non si agita, non piange, non urla, non si batte il petto, non perde il senso della realtà.
È come chi venga trafitto da una sola freccia e non da due, percependo solo un tipo di sensazione spiacevole, quella fisica e non quella mentale. Colpito così da questa sensazione, non reagisce con avversione, e così non si forma in lui un condizionamento all’avversione.”
In altre parole potremmo dire che la seconda freccia è proprio la nostra interpretazione negativa dell’evento, l’avversione verso le sensazioni spiacevoli, provoca un secondo dolore che rende la situazione ancora più difficile da sopportare.
Come adottare un atteggiamento stoico nei momenti difficili
Ok tutto molto bello, ma imparare l’arte dell’accettazione è un cammino lungo e per nulla semplice.
Essendo una filosofia pratica, esistono numerosi esercizi che puoi utilizzare per imparare a vivere in modo stoico.
Ho già descritto in maniera esaustiva le pratiche stoiche fondamentali, ti rimando alla guida allo stoicismo per gli esercizi.
Leggi la guida allo stoicismo oggi.
Lo stoicismo non è l’unico modo per giungere all’accettazione. Altre pratiche, filosofie e religioni insegnano l’accettazione, anche semplicemente l’atto meditativo “mindfulness”, inteso come pratica della consapevolezza scevra di ogni condizionamento, ne è un esempio.
Fondamentalmente qualsiasi percorso, terapeutico, spirituale, filosofico può aiutarci a ristrutturare la nostra visione del mondo e insegnarci poco a poco la via dell’accettazione.
Infatti essere bloccati in alcuni schemi di pensiero, oltre a poter rappresentare una fonte di profonda sofferenza emotiva e di problemi psicologici, può rappresentare un ostacolo per la nostra crescita personale.
Bene per oggi è tutto, che tu sia rimasto affascinato dallo stoicismo o no, ti consiglio di inserire un po’ di pratica dell’accettazione nella tua quotidianità.
Se vuoi sapere come puoi avvicinarti alla meditazione e come prenderti cura del tuo benessere in questo particolare momento scarica l’ebook gratuito.
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Un saluto, a presto!
Andrea
Fonti:


Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.