La psicologia positiva, fondata ufficialmente nel 1998, è un campo relativamente nuovo.
Non si tratta di un nuovo paradigma ma più che altro di una prospettiva differente rispetto a quella tradizionale focalizzata su patologie e deficit.
La psicologia positiva prende in considerazione le caratteristiche positive delle persone. Il focus non è tanto sul modificare i tratti disfunzionali ma piuttosto sulla costruzione di qualità positive.
Possiamo dire che l’oggetto della psicologia positiva è la felicità e il benessere. Si occupa infatti dello studio delle caratteristiche delle persone che hanno un buon livello di benessere percepito e di quali tratti siano correlati ad esso.
Ma per parlare di psicologia positiva dobbiamo prima capire cosa si intende per benessere e quali siano le sue componenti.
Psicologia positiva e benessere
Non è facile definire il benessere, Rogers lo definì come “funzionamento ottimale”, svariati autori hanno proposto concettualizzazioni differenti.
Una prospettiva interessante è quella di Carol Ryff, psicologa americana, si è focalizzata sullo studio del benessere come funzionamento ottimale nei termini proprio di realizzazione individuale e lo definisce come costruzione di relazioni positive con gli altri, senso di padronanza, autonomia, sentimento di avere uno scopo e un significato nella vita, sviluppo e crescita personale.
Non si tratta quindi di un’assenza di malessere ma di qualcosa di più, si concentra su ciò che dà senso alla vita delle persone.
Partendo da questa definizione Carol Ryff ha sviluppato un modello del benessere basato su sei fattori che definisce il concetto del benessere e le sue componenti in modo molto accurato.
I sei fattori
– Auto-accettazione
Definita come una caratteristica centrale del benessere psicologico e come una caratteristica di auto realizzazione, funzionamento ottimale e maturità. Tenere atteggiamenti positivi verso se stessi, le proprie qualità e i propri aspetti negativi è una caratteristica centrale del benessere psicologico.
– Relazioni positive con gli altri:
Sottolinea l’importanza di relazioni interpersonali basate sulla fiducia. La capacità di amare è vista come una componente centrale del benessere psicologico. Avere forti sentimenti di empatia e affetto per tutti gli esseri umani ed essere capaci di amare permette relazioni più profonde e un’identificazione maggiore con gli altri.
– Autonomia
Intesa come autodeterminazione, indipendenza, e regolazione del comportamento. Per un ottimo benessere psicologico la persona dovrebbe valutarsi con un locus interno, non basando la percezione di sé sull’approvazione altrui, ma valutandosi secondo standard personali.
– Padronanza dell’ambiente
La capacità dell’individuo di scegliere o creare ambienti adatti alle sue condizioni psicofisiche, è la capacità di farsi strada nel mondo e cambiarlo in modo creativo attraverso attività fisiche o mentali. La partecipazione attiva e la padronanza dell’ambiente sono ingredienti importanti per il benessere psicologico.
– Scopo di vita
Le credenze che danno la sensazione che ci sia uno scopo e un significato per la vita sono di estrema importanza per il benessere psicologico.
L’avere scopi nella vita spinge a essere produttivi e creativi, quindi, per un funzionamento positivo bisogna avere obbiettivi, intenzioni e senso di direzionalità, tutto ciò contribuisce alla sensazione che la vita sia significativa.
– Crescita personale
Continuare a sviluppare il proprio potenziale, a crescere ed espandersi come persona. La necessità di attualizzarsi e realizzare le proprie potenzialità, di essere in continuo sviluppo, in divenire, piuttosto che raggiungere una stabilità in cui tutti i problemi sono risolti è la chiave per un funzionamento ottimale.
Il Benessere emozionale, sociale e psicologico
Una visione del benessere che amplia il concetto di benessere della Ryff è quella di Keyes.
Keyes identifica nella letteratura una struttura tripartita delle dimensioni specifiche che riflettono il benessere. Non si limita a una visione del benessere intesa come benessere psicologico ma la amplia. Sarebbe infatti necessaria una combinazione di benessere emotivo, psicologico e sociale per un funzionamento positivo.
– Benessere emozionale:
1) Emozioni positive
2) Soddisfazione della qualità della vita
– Benessere psicologico (riprende il modello della Riff):
1) Auto-accettazione
2) Relazioni positive con gli altri
3) Autonomia
4) Padronanza dell’ambiente
5) Scopo di vita
6) Crescita personale
– Benessere sociale:
1) Integrazione sociale: senso di appartenenza e sostegno da parte di una comunità, e qualità del proprio rapporto con essa e con la società;
2) Coerenza sociale: riuscire a dare un senso a ciò che sta accadendo nella comunità, sul posto di lavoro o nella società.;
3) Contributo sociale: considerare le proprie attività quotidiane utili e apprezzate dalla società;
4) Crescita sociale: sentimento di utilità e valore delle attività di tutti i giorni nella crescita della società;
5) Accettazione sociale: sentimento di fiducia e accettazione nei confronti degli altri.
Flourishing e Languishing
Keyes inoltre propone una concettualizzazione del benessere psicologico definito come cluster di «sintomi di funzionamento positivo» che si collocano lungo un continuum che va dal languishing, il polo negativo caratterizzato dalla sensazione di vuoto, al flourishing, polo opposto, definito come funzionamento positivo in cui vengono sperimentate emozioni positive.
Nel flourishing gli individui combinano un alto livello di benessere soggettivo con un livello ottimale di funzionamento psicologico e sociale, nel languishing il basso livello di benessere soggettivo è combinato con bassi livelli di benessere psicologico e sociale.
Ok ok mi sono dilungato sul concetto di benessere alla base della psicologia positiva ho voluto chiarire un pochino questo concetto complesso spesso trattato con troppa superficialità.
Ma alla fine come può la psicologia positiva aiutarci a migliorare il nostro benessere?
Be lo scopo di Hauora in buona parte è proprio far conoscere alcuni concetti ed esercizi della psicologia positiva che possono aiutarci a costruire qualità positive e a migliorare il nostro benessere.
Vediamo ora uno strumento molto interessante il VIA.
VIA – Values In Action
Il Values in Action è un sistema di classificazione ideato da Seligman e Peterson due figure di spicco della psicologia positiva. Proprio Seligman viene considerato il fondatore della psicologia positiva.
Il VIA, un po’ al contrario del DSM (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), invece di porre l’attenzione sui sintomi dei vari disturbi, parla delle virtù e dei punti di forza che possono promuovere il benessere.
Non si tratta di tratti dicotomici che possediamo oppure no, ma di caratteri dimensionali posti lungo un continuum, presenti in varia misura.



Perché via parlo del VIA? Perché di tratta di caratteristiche che possiamo allenare e migliorare e di conseguenza accrescere il nostro benessere. Una prospettiva interessante è proprio quella di usare il VIA per valutare i nostri punti di forza e lavorare su di essi tramite apposite tecniche che vedremo nei prossimi articoli.
Volete conoscere i vostri punti di forza? Benissimo allora vi lascio il link proprio al questionario VIA, è totalmente gratuito e potete farlo in meno di 15 minuti.
Negli articoli precedenti abbiamo già visto alcuni esercizi per migliorare il nostro benessere fisico, sociale, psicologico, spirituale e ne vedremo molti e come il VIA può esserci utile altri nei prossimi articoli.
Un saluto, a presto!
Andrea



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.