Ho sempre trovato curioso il fatto che certe persone finiscano irrimediabilmente per attirare sempre lo stesso tipo di partner e che questo comportamento in alcuni casi conduca a una serie infinita di relazioni tossiche.
Ancora più sorprendente che a volte questa attrazione scatti senza neanche bisogno di parole.
Sicuramente conoscerai qualcuno che si lamenta di trovare sempre lo stesso tipo di uomo o donna, che ricade sempre nelle stesse relazioni che non funzionano.
In generale tutti tendiamo a scegliere partner, più o meno consciamente, con tratti simili.
Una ricerca svolta presso l’Università di Toronto ha analizzato un campione di più di 300 persone e ha rilevato che le persone in genere frequentano un certo tipo di partner, indipendentemente dalle circostanze.
Ma perché questo accade? Scopriamolo insieme…
Relazioni tossiche e teoria dell’attaccamento
Per capire perché tendiamo a scegliere partner con tratti simili dobbiamo tornare un po’ indietro…un po’ tanto indietro…a quando eravamo bambini che avevano a che fare con le prime interazioni con le nostre figure di attaccamento.
La teoria psicologica dell’attaccamento è stata descritta per la prima volta da John Bowlby.
Negli anni ’30 John Bowlby lavorò come psichiatra a Londra, dove curò molti bambini emotivamente disturbati.
Questa esperienza ha portato Bowlby a considerare l’importanza della relazione del bambino con la madre in termini di sviluppo sociale, emotivo e cognitivo.
Bowlby riteneva che la tendenza dei bambini primati a sviluppare attaccamenti a familiari caregiver fosse il risultato di pressioni evolutive, poiché il comportamento di attaccamento faciliterebbe la sopravvivenza del bambino di fronte ai pericoli del mondo.
Il principio più importante della teoria dell’attaccamento è che un bambino ha bisogno di sviluppare una relazione con almeno un caregiver primario per avere uno sviluppo sociale ed emotivo funzionale e per imparare a regolare le proprie emozioni.
Il caregiver rappresenterà per il bambino la “base sicura” da cui partire per esplorare il mondo.
Se tutto va bene più il bambino cresce più si allontanerà dalla base sicura e inizierà a esplorare il mondo con maggior confidenza.
Ma in che modo l’attaccamento con i nostri caregiver ha a che fare con il modo in cui scegliamo i nostri partner?
Ancora un po’ di pazienza a breve ci arriveremo.
Gli stili di attaccamento
Le ricerche sulla teoria dell’attaccamento hanno portato a individuare 4 stili di attaccamento:
Attaccamento sicuro:
I bambini sentono di poter fare affidamento sui loro caregiver per soddisfare i loro bisogni di prossimità, supporto emotivo e protezione.
Secondo alcuni ricercatori psicologici, un bambino sviluppa uno stile di attaccamento sicuro quando il genitore è disponibile e in grado di soddisfare i bisogni del bambino in modo reattivo e appropriato.
Nell’infanzia e nella prima infanzia, se i genitori sono premurosi e attenti verso i loro figli, questi bambini saranno più inclini ad aver un attaccamento sicuro.
Attaccamento ambivalente:
I bambini avvertono ansia da separazione quando sono separati dal caregiver e non si sentono rassicurati quando il caregiver ritorna.
L’attaccamento ambivalente può essere il risultato di una scarsa disponibilità da parte delle figure genitoriali.
Questi bambini sentono di non poter contare sul fatto che il genitore sia li in caso di bisogno.
Attaccamento evitante:
I bambini con attaccamento evitante tendono ad evitare i caregiver.
Quando viene offerta una scelta, questi bambini non mostreranno alcuna preferenza tra un caregiver e un estraneo completo.
La ricerca ha suggerito che questo stile di attaccamento potrebbe essere il risultato di caregiver negligenti o abusanti.
I bambini che sviluppano questo stile impareranno molto probabilmente a evitare di cercare aiuto in futuro.
Attaccamento disorganizzato:
I bambini con un attaccamento disorganizzato spesso mostrano un mix confuso di comportamenti e possono sembrare disorientati.
Alcuni ricercatori ritengono che la mancanza di un modello di attaccamento chiaro sia probabilmente legata al comportamento incoerente dei caregiver.
In questi casi, i genitori possono fungere sia da fonte di conforto sia da fonte di paura, portando a comportamenti disorganizzati.
I modelli operativi interni
Bowlby ha ipotizzato che dall’interiorizzazione dello stile relazionale derivino i Modelli Operativi Interni.
Questi Modelli Operativi Interni, sarebbero l’insieme di schemi di rappresentazione del mondo, di sé, dell’altro e delle relazioni.
I MOI diventano ben presto inconsapevoli e tendenzialmente stabili nel tempo, anche se possono modificarsi in seguito a eventi significativi.
“Nel modello operativo del mondo che ciascuno si costruisce, una caratteristica fondamentale è il concetto di chi siano le figure di attaccamento, di dove le si possa trovare, e di come ci si può aspettare che reagiscano.”
John Bowlby
Per una persona che ha sviluppato un modello operativo interno basato su un attaccamento sicuro sarà più facile costruire rapporti basati sull’amore e sulla fiducia.
Persone con modelli più tendenti all’ansioso tenderanno ad avere maggiore paura di essere delusi, feriti e traditi e avranno più probabilità di sabotare i loro rapporti.
Persone più sul versante dell’evitante, tenderanno a evitare l’intimità e a ritirarsi emotivamente; impegnandosi in attività solitarie, cercando di non dipendere troppo dalle altre persone o che gli altri siano troppo dipendenti da loro.
In generale questi modelli influenzano più o meno consciamente la scelta del nostro partner, facendoci tendere a relazionarci con persone con uno stile di attaccamento simile a quello delle nostre figure di attaccamento.
Ovviamente questo non vale in ogni caso e ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di teorie, anche se sicuramente molto valide.
Comunque sia diverse ricerche suggeriscono che le persone finiscano in relazione con i partner che confermano il loro modello.
Come cambiare il proprio modello operativo interno



Il primo passo è sicuramente quello di identificare il problema, se ti rendi conto che continui a ripetere senza sosta relazioni tossiche, questo potrebbe essere un campanello d’allarme.
Cerca di analizzare il perché ti sei sentito attratto da ciascuno dei tuoi partner e chiediti se hanno dei tratti simili.
Ti trovi a frequentare sempre partner con tratti narcisisti, oppure violenti o dipendenti?
Se ti rendi conto che c’è uno schema ricorrente allora potrebbe esserci un problema legato proprio al tuo stile di attaccamenti e ai tuoi modelli operativi interni.
Certo riconoscere il proprio stile di attaccamento e i proprio modelli operativi può essere molto difficile.
Se non riesci da solo puoi rivolgerti a un professionista.
Una volta identificato il problema è il momento di iniziare a lavorare su se stessi per cambiare i nostri modelli operativi.
Come abbiamo detto in precedenza i modelli operativi tendono a rimanere stabili nel tempo, ma possono essere modificati.
Una volta che abbiamo consapevolezza dei nostri modelli dobbiamo cambiare il nostro comportamento e cercare di modificare le nostre abitudini relazionali.
Sicuramente più facile a dirsi che a farsi e non è una cosa che può accadere da un giorno all’altro.
Metti per iscritto
Un’altra strategia utile è quella di mettere per iscritto le caratteristiche dei tuoi partner.
Stila un elenco di tutte le caratteristiche dei partner che hai avuto, sottolineando i tratti comuni e tutto ciò che evidenzia che non erano la persona giusta per te.
Narcisismo e relazioni tossiche
Molte delle relazioni tossiche si stabiliscono con personalità narcisistiche in senso patologico.
Per questo motivo può essere utile conoscere questo tipo di disturbo di personalità per sapere come regolarsi di conseguenza.
Abbiamo già parlato del narcisismo in senso patologico in un precedente articolo che ti invito a leggere.
Per oggi è tutto.
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Un saluto, a presto!
Andrea



Mi chiamo Andrea Croce e sono il fondatore di Hauora.org. Sono uno Psicologo e mi occupo da anni di studiare il benessere in tutte le sue forme. Appassionato di fitness, sport e alimentazione credo sia importante occuparsi del benessere psicologico quanto di quello fisico.