Conoscere il concetto di mutualità può aiutarti a sviluppare buone relazioni sane e appaganti, sei pronto a scoprire di che si tratta?
Un certo Aristotele nel IV secolo a.C. scrisse: “l’uomo è un animale sociale”, tende, per sua natura, ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società.
Una piccola introduzione…
“Il piacere che deriva dai rapporti umani rende in genere l’uomo migliore; la gioia comune, il piacere provato insieme, si moltiplicano, danno all’individuo sicurezza, lo rendono affabile, sciolgono la diffidenza, l’invidia: perchè ci si sente bene allo stesso modo.”
Friederich Nietzsche
Il dibattito scientifico sulle determinanti della formazione dei nostri processi mentali, della nostra personalità, del nostro modo di essere e di comportarci, è uno dei più ampi nel nostro campo.
Da una parte abbiamo chi sostiene che sia la nostra organizzazione genetica e neuro-fisiologica.
Le informazioni silenti che abbiamo ereditato da genitori e antenati determinerebbero, in modo poco modificabile, il nostro funzionamento mentale.
Dall’altra, troviamo i sostenitori delle determinanti ambientali.
Secondo questi il funzionamento deriva soprattutto dall’educazione, dagli scambi con i contesti, dalle relazioni che stringiamo con le altre persone.
Come spesso succede, la posizione più forte sembra essere quella che concilia tra le due.
Vi sarebbe una predisposizione biologica, alla quale fanno seguito le influenze ambientali.
Metaforicamente: delle infinite strade che può prendere la vita, i fattori biologici ne selezionano solo un certo numero.
A partire dalle strade selezionate, sono i fattori ambientali a determinare i funzionamenti più specifici.
Tuttavia, le cose sembrano essere ancora più complesse.
Infatti, è sicuramente vero che le caratteristiche biologiche condizionano il modo di relazionarsi con l’ambiente.
Ma è vero anche il contrario: le nostre esperienze e il modo in cui le viviamo modificano l’assetto biologico.
Si parla quindi di un condizionamento reciproco e continuo tra fattori biologici e fattori ambientali.
Le relazioni



Dunque, l’ambiente, il contesto che ci circonda, è uno dei fattori principali nel determinare quello che siamo.
La componente fondamentale di questo ambiente che condiziona così tanto è sicuramente quella delle relazioni che ingaggiamo con gli altri.
I bisogni di relazione, interazione, contatto, di scambio affettivo e di sicurezza sono assimilabili ai bisogni fisiologici di base.
Carenze o organizzazioni difettose da questo punto di vista possono avere conseguenze disastrose sul funzionamento psico-biologico.
Da questo punto di vista è interessante il famoso esperimento di Harlow: La natura dell’amore.
No, non si tratta di un romanzo rosa, ma di una pubblicazione scientifica che ci dà l’idea di quanto, per lo sviluppo, il nutrimento relazionale, affettivo, protettivo, è determinante tanto quanto il nutrimento fisico.
Se vuoi, prenditi qualche minuto per guardare questo video che racconta l’esperimento di Harlow:
Ora, data questa grande importanza delle relazioni, ci si potrebbe chiedere quali siano le caratteristiche da ricercare una buona relazione.
La mutualità
Vi sono molte idee su questo tema.
Sicuramente, ognuno ha necessità e preferenze differenti.
Instauriamo relazioni in base a queste e in base a quali relazioni sono disponibili nel nostro ambiente.
Ma il concetto di cui ti voglio parlare è quello che Erickson chiama mutualità.
Per mutualità intendiamo: “una relazione in cui due membri dipendono l’uno dall’altro per lo sviluppo delle rispettive potenzialità”.
Questa apparentemente semplice definizione combina due concetti fondamentali per l’uomo.
Alla base della natura umana, infatti, possiamo individuare due sistemi motivazionali: l’individuazione e la coesione.
L’individuazione è la tendenza alla realizzazione delle proprie potenzialità nella piena libertà.
È la costruzione dell’autonomia che permette di differenziare tra sé stessi e gli altri.
La coesione è la tendenza biologica e psicologica a stare in relazione con gli altri.
Gli scambi nutrono la personalità e sono fondamentali per la costruzione dell’identità.
Queste due istanze rispondono rispettivamente alle due ansie fondamentali dell’uomo: la paura dell’intrusione e la paura dell’abbandono.
Realizzazione reciproca



La qualità positiva dello stare insieme, considerato come un valore morale non è certo una novità.
Ma quello che si vuole sottolineare con il concetto di mutualità è la funzione evolutiva della relazione.
Si tratta della dipendenza reciproca di due persone per lo sviluppo delle reciproche capacità.
Per fare un esempio, una buona relazione può essere quella educativa tra l’adulto e il bambino.
Secondo il concetto di mutualità questa relazione sarà buona se l’adulto che educa la volontà del bambino impara qualcosa su sé stesso e sulla propria volontà.
Qualcosa che non gli era stato possibile imparare prima.
Qualcosa che non può essere imparato in nessun altro modo.
Grazie all’instaurazione di buone relazioni le potenzialità individuali che crescono vengono a interagire con le potenzialità di un numero sempre crescente di persone.
La linea della mutualità si riconosce non tanto nella misura in cui uno si sacrifica concedendo qualcosa all’altro, ma soprattutto nella misura in cui uno si realizza in virtù del rapporto con l’altro.
Data la compresenza dei due sistemi motivazionali, il benessere dell’individuo e della società prospera o deperisce in funzione della presenza o assenza di mutualità.
Il quadro relazionale da ricercare non è quello che porta a sviluppare una delle due istanze, contenendo l’altra.
Ma non è neanche quello che cerca un compromesso tra le due.
È necessario un quadro relazionale che garantisca la massimizzazione di entrambi i sistemi motivazionali – individuazione e coesione.
Leggerezza e responsabilità
Oltre alla mutualità, vorrei darti un ultimo spunto di riflessione sulle relazioni, particolarmente importante nella società di oggi.
La società contemporanea ha portato a una liberalizzazione dei costumi (per molti aspetti positiva), ma anche a una perdita di certezze.
Lo stress dovuto alla perdita di certezze ci porta alla ricerca di alleggerimenti.
Questi alleggerimenti possono essere trovati soprattutto nell’estetica e nel gioco.
Tuttavia, non possiamo alleggerirci totalmente.
Questo sia per ovvi motivi pratici, sia perché abbiamo interiorizzato delle istanze culturali che ci richiamano alla responsabilità.
Dobbiamo trovare un equilibrio.
Questo equilibrio tra la ricerca di leggerezza e il richiamo alle responsabilità dovrebbe essere ricercato anche nelle relazioni.
Dovremmo cercare di costruire relazioni con gli altri (e con noi stessi) che siano insieme responsabili e leggere. Mettere insieme divertimento e lavoro, programmazione e apertura al nuovo.
“Nessun rapporto è una perdita di tempo: se non ti ha dato quello che cercavi, ti ha insegnato di cosa hai bisogno”
Charles Bukowsk
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Matteo Costa, dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche e laureando in Psicologia. La mia ambizione è quella di imparare e condividere la maggior quantità possibile di informazioni, esperienze e pensieri su tutto ciò che può aiutare a migliorare la salute delle persone, delle famiglie e delle comunità, in modo da incrementare la qualità di vita di chi condivide con me questo interesse.